I medici, invitati dal sindaco Paolo Sottani al Consiglio comunale aperto, fanno luce sull’organizzazione del servizio 118 per il territorio chiantigiano
Consiglio Comunale aperto con i medici
29 Ottobre 2024
5 min
Descrizione
Greve in Chianti, 29 ottobre 2024
“Il nostro intento è quello di diffondere informazioni corrette, promuovere iniziative pubbliche, come faremo anche nelle prossime settimane nelle frazioni, che illustrino nel dettaglio la riforma del 118 con la partecipazione degli esperti, del personale medico così da offrire alla nostra comunità un quadro completo e rispondente alla realtà”. Dopo l'ampio riscontro, in termini di partecipazione, della seduta del Consiglio comunale aperto, organizzato nella sala Hack del Palazzo della Torre per accogliere il maggior numero possibile di persone, il sindaco torna sulla questione del sistema territoriale di emergenza attivo nel territorio per far luce sugli aspetti che caratterizzano il nuovo assetto.
“Il Consiglio comunale aperto è stato molto utile, - ha commentato il Sindaco - gli interventi puntuali e dettagliati hanno fatto luce sui principali elementi di novità dell’organizzazione e ringraziamo ancora per la partecipazione dei medici che si sono resi disponibili a presentarne i punti salienti – ha aggiunto – riteniamo fondamentale continuare a svolgere una capillare attività di comunicazione nei confronti della popolazione, tra novembre e dicembre realizzeremo ulteriori occasioni pubbliche nel capoluogo e nelle frazioni alla presenza dei medici, delle associazioni di volontariato, dei rappresentanti della Asl e dell'amministrazione regionale”.
Gli interventi dei medici presenti al Consiglio Comunale, in particolare del Dottor Simone Magazzini, Direttore del Dipartimento di Emergenza e Area Critica dell’Azienda USL Toscana Centro, che ha partecipato alla stesura della riforma, e del Dottor Andrea Nicolini, coordinatore delle Centrali Operative 118 e delle Reti Territoriali dell’Azienda USL Toscana centro e della Centrale Remota Operazioni Soccorso Sanitario – Cross, hanno illustrato la nascita e le motivazioni della riforma. Al Consiglio Comunale aperto hanno preso parte anche il Dottor Simone Naldoni, direttore della Società della Salute Fiorentina Sud Est, e la Dottoressa Serena Sdraffa, direttrice della SOS Emergenza territoriale Firenze I dell’Azienda USL Toscana centro.
“Nel Chianti, come in altre realtà, - hanno affermato i medici - sarà messa in atto una rete del soccorso distribuita su tre binari che vanno dall’ambulanza con i soccorritori di livello avanzato delle associazioni di volontariato, tecnicamente chiamata Bravo, all’ambulanza infermieristica che rappresenta il livello intermedio e che porta a termine in modo autonomo nella quasi totalità degli interventi il servizio, all’auto medica. Altro importante aspetto da rimarcare è la presenza del Punto di Primo Soccorso che a Greve in Chianti continuerà ad essere attivo e disponibile”.
Approfondimento
ORIGINE DELLA RIFORMA
“La riforma nasce come progetto alla fine dell’estate del 2016, - spiegano i medici Simone Magazzini e Andrea Nicolini - si sviluppa nel 2018, attraversa varie fasi e si compone di una lunga gestazione. Era legata solo in parte alla carenza di personale medico poiché nel 2016 la criticità non era così evidente, non c’era un fenomeno in atto come negli ultimi anni”. Gli esperti si sono confrontati con le regioni dove il sistema territoriale di emergenza pre-ospedaliero funzionava dal punto di vista degli esiti delle principali patologie, traumi maggiori quali infarto e ictus, era analogo a quello toscano, quali Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte. “Il risultato di questa ricognizione - continuano - è stato il seguente: nel 2016 la Toscana aveva un numero di mezzi medicalizzati sei volte superiore a quello dell’Emilia Romagna in rapporto alla popolazione residente. Da qui è scaturita la volontà di rivedere la rete in modo razionale”. Un altro fenomeno che ha attraversato la storia dell’emergenza è stata la crescita della professione infermieristica, accompagnata da un percorso formativo specialistico.
L’ATTUALE ORGANIZZAZIONE: I PRINCIPI GUIDA DELLA RIFORMA
“Il sistema attuale – entrano nello specifico - prevede un modello a gradini: l’auto medica che prevede l’utilizzo di un’equipe sanitaria, cioè medico e infermiere insieme, non due professioni distinte ma una squadra che lavora in modo congiunto, analoga a quella dell'ospedale, la stessa equipe è portata sul territorio con una maggiore potenzialità operativa. L’auto medica rappresenta dunque l’équipe più avanzata possibile che la ASL Toscana Centro può mettere a disposizione sul territorio”.
COME L'AUTO MEDICA SI INTERFACCIA CON GLI ALTRI MEZZI (INFERMIERISTICA E PRIMO SOCCORSO)
“Per quanto riguarda l’auto medica – aggiungono - che lascia il territorio dove risiede per recarsi in appoggio alle infermieristiche nei territori vicini il 90 per cento degli interventi dell’infermieristica anche su pazienti critici si risolve portando a termine l’operazione in autonomia senza ricorrere all’auto medica”.
APPROVAZIONE CONDIVISA AI TAVOLI REGIONALI
“La riforma è stata varata attraverso i tavoli di condivisione regionali – fanno sapere - con il mondo del volontariato, considerato partner di sistema. Il sistema è stato completato nel Mugello e nel Valdarno e non risultano avvenimenti avversi alla programmazione della riforma. L’auto medica, l’infermieristica e il primo soccorso sono distribuiti su tutto il territorio regionale”.
I medici hanno sottolineato che la delibera della riforma si basa su tre fondamenti principali in relazione al sistema 118 con l’obiettivo di alzare il livello standard in tutta la regione.
“Gli elementi sono i defibrillatori, apparecchi che hanno cambiato numeri ed esiti, ciascun mezzo di soccorso è dotato di un defibrillatore, lo sviluppo della professione infermieristica che ha fatto un salto qualitativo, è cambiato completamente il ruolo professionale e l’introduzione dell’auto medica”.
MAGGIORE DISPONIBILITA' DELL'AUTO MEDICA, PIU' SERVIZI
“Il fatto di non trasportare un paziente non deve essere considerato un limite – evidenziano - ma può apportare un vantaggio: il tempo di ingaggio in cui l’ambulanza, dall’attivazione alla missione compiuta, resta impegnata è di circa un’ora, il tempo dell’auto medica è pari a circa 40 minuti, un tempo minore che permette un maggior numero di interventi. In media l’auto medica sarà sempre più disponibile per un numero di servizi assai superiore. E raggiunge più rapidamente alcune zone portando con sé un’equipe sanitaria. Dal punto di vista della qualità del servizio questo modello replica lo stesso intervento dell’elisoccorso”.
“L’auto medica - concludono - tende ad uscire nei casi in cui c’è reale bisogno mentre ora viene utilizzata anche se il sanitario non ha effettiva necessità. La delibera regionale vuole aumentare i mezzi di soccorso sul territorio come accade nel Chianti dove, oltre all’ambulanza, sarà disponibile un’auto medica”.
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