San Casciano in Val di Pesa, 16 luglio 2024
Salvata due volte, la prima dagli orrori della guerra, la seconda dall’oblio, la Madonna di Lourdes proveniente dall’antico Chiesino, andato distrutto in tempo di guerra, simbolo di storia, devozione popolare e spiritualità, fa riemergere dal passato un’inedita pagina di memoria sancascianese che rischiava di disperdersi nel tempo. Una verità chiusa, anzi sigillata, in un tubo di piombo che, questa mattina, su indicazione del giornalista Antonio Taddei, con l’intervento e il supporto dell’amministrazione e degli operai comunali, non solo è stato ritrovato accanto alla statua, collocata da mezzo secolo nell’edicola lungo le mura medievali, ma ha rivelato la presenza di alcuni documenti, foto d’epoca e testi risalenti agli anni Settanta che ricostruiscono la genesi del viaggio della Madonna, da sopravvissuta al secondo conflitto mondiale e successivamente da pellegrina, in cerca di una nuova sede religiosa poi ricreata dalla stessa comunità.
Non si sa come sia arrivata o da quanto tempo abbia trovato casa tra le colline del Chianti, molto probabilmente nei primi decenni del secolo scorso, ma per la comunità sancascianese è come se ci fosse sempre stata. La Madonna di Lourdes riuscì a sopravvivere alle bombe dell’estate del ‘44, fu ritrovata dagli stessi cittadini e oggi continua ad essere venerata come simbolo di vita e speranza. Con quel suo volto dolce e gentile, il panneggio della veste ricco e composto allo stesso tempo, le mani e i piedi ben in evidenza, la statua in gesso che raffigura la Vergine, scolorita e in parte deteriorata dal tempo, oggi collocata in una nicchia lungo la cinta muraria, è l’emblema di una vicenda storica che ha del miracoloso.
L’effigie sacra, originariamente proveniente dall’oratorio del capoluogo, detto Chiesino, è una delle pochissime testimonianze sacre rimaste integre durante il secondo conflitto mondiale. Allora, in seguito al cannoneggiamento causato dai tedeschi in ritirata, il centro storico di San Casciano VP, raso al suolo, appariva come un immenso e polveroso cumulo di macerie: nulla era rimasto del Chiesino, del Palazzo Comunale e delle case vicine, situate tra piazza delle Erbe e via Romana, oggi via Machiavelli. Da quella tragica notte che macchiò di sangue, morte e violenza la notte del 27 luglio 1944, giorno in cui peraltro San Casciano VP fu liberata dagli alleati, si salvò solo lei. La Madonna di Lourdes, ritrovata da alcuni cittadini negli anni Cinquanta, iniziò a vagare da una casa all’altra, da una famiglia all’altra, in attesa di essere ricollocata nel luogo di origine. I sancascianesi strinsero un legame speciale con la statua, animato dal culto della preghiera e dalla speranza di una vita che rinasceva insieme a loro. Era la San Casciano VP che nel dopoguerra lentamente si risollevava dalla devastazione e cominciava la ricostruzione di valori, mattoni e fiducia nel futuro. Fu nel ventennio successivo che il desiderio dei sancascianesi di vedere la Madonna tornare a vegliare su di loro fu esaudito. Dal 1974 la statua è sotto gli occhi di tutti, collocata all’interno di una nicchia realizzata appositamente sulla parte muraria di San Casciano VP. Sono questi gli elementi e le informazioni dettagliate, corredate di documentazione fotografica dell’epoca e dell’evento inaugurale del ritorno a casa della Madonna, datato 30 giugno 1974, contenuti nel materiale ritrovato grazie all’interessamento di Antonio Taddei. La notizia è confluita nella pubblicazione che il Comune di San Casciano VP si appresta a presentare alla cittadinanza il 26 luglio, nei giorni della Liberazione di San Casciano: “L’Immacolata Concezione del Chiesino. Un’opera salvata in tempo di guerra, da San Casciano a Sant’Andrea in Percussina (1944-2024)” a cura di Nicoletta Matteuzzi con un saggio di Federico Berti.
“Era crollato quasi tutto ma lei era lì a testimoniare l’importanza di riporre una speranza anche nel buio della morte e della guerra che aleggiava in quel periodo – dichiara il Sindaco Roberto Ciappi - la Madonna di Lourdes era stata trattata come una reliquia, fino alla sua solenne ricollocazione nel 1974 in una nicchia appositamente ricavata nel torrione delle mura medievali a cui si addossava dal Seicento l’Oratorio della Concezione, rivolgiamo un ringraziamento al giornalista Taddei per averci aiutato nel recupero di questo importante tassello di storia e vita di comunità”.
Nel documento si legge: “La santa immagine, che nell’anno mariano del 1954 venne accolta nelle abitazioni del popolo di Sancasciano, ricollocata in questa nuova edicola voluta dagli stessi sancascianesi e lei devoti, rimanga vigile protettrice del popolo sancascianese e lo faccia degno di venerarla un giorno nel Regno del suo divin Figlio Gesù”. “Il testo ci restituisce alcuni interessanti dettagli storici – precisa Nicoletta Matteuzzi, coordinatrice del Sistema museale Chianti Valdarno, nonché direttrice del Museo Giuliano Ghelli di San Casciano - e l’immagine di una comunità che a trent’anni dal passaggio del fronte si riunisce per continuare a ricordare e ricostruire”.