Greve in Chianti, 3 agosto 2024
Prosegue il percorso istituzionale e collettivo volto a commemorare le vittime di guerra in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione di Greve in Chianti. Dopo le celebrazioni della località La Panca, dove sono stati rievocati gli eccidi e le rappresaglie perpetrate nel territorio ed in particolare la fucilazione di ventidue persone, il cammino della memoria promosso e organizzato dal Comune di Greve in Chianti e dall’Anpi ricorda il sacrificio di una coppia di cittadini che persero la loro in vita in nome della libertà e della democrazia. Si tratta dei coniugi Pietro Stefanini e Dina Boncristiani, l’uno di Scarperia, l’altra di Fucecchio, trucidati il 2 agosto di 80 anni fa dalle truppe nazifasciste a Panzalla, nella frazione di San Polo in Chianti dove erano sfollati da Firenze.
La cerimonia che si è tenuta ieri con il raduno presso il Cippo e la deposizione di una corona di alloro ha visto gli interventi del Sindaco di Greve in Chianti Paolo Sottani, la Sindaca Emma Donnini del Comune di Fucecchio, il Sindaco Federico Ignesti del Comune di Scarperia e San Piero, l’Assessora alla Cultura della Memoria Sandra Baragli del Comune di Bagno a Ripoli, Luigi Remaschi per l’A.N.P.I., Sezione “Pietro Ferruzzi”, il Vicepresidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea Andrea Morandi. All’iniziativa hanno preso parte la Vicesindaca di Greve in Chianti Monica Toniazzi, i familiari dei Caduti, gli enti firmatari del Protocollo d’Intesa per il Parco Storico della Resistenza di Pian d’Albero, l'Associazione Fucecchio Libera che ha donato una bicicletta d'epoca per ricordare i Coniugi Stefanini.
Un altro momento particolarmente commovente è stato quello della consegna di una lettera, datata novembre 1942, ritrovata tra i banchi di un mercatino dell’antiquariato, scritta da Carlo Graziani, deceduto come soldato al fronte e indirizzata alla sua famiglia. La preziosa testimonianza è stata consegnata dai Sindaci Paolo Sottani e Federico Ignesti al figlio Giampiero Graziani, cittadino residente a San Polo, presente alla cerimonia.
“Una lettera bellissima – hanno dichiarato i Sindaci Sottani e Ignesti - una preziosa testimonianza che fa emergere sia l'affetto di Carlo Graziani per la propria famiglia, l’interesse per la loro quotidianità in campagna e la speranza di riabbracciare un giorno i propri cari, sia la consapevolezza del mittente sulla grave difficoltà del momento che sta vivendo, siamo stati particolarmente felici ed emozionati di poter recapitare la lettera scritta durante il secondo conflitto mondiale al figlio Giampiero, una lettera di cui si è riusciti ad entrare in possesso grazie alla passione di un assiduo frequentatore di mercatini dell'antiquariato di Scarperia, dedito alla ricerca di manoscritti e documenti storici in particolare di quei testi che non sono mai giunti a destinazione a causa della guerra”. L’iniziativa è stata allietata dall’intervento musicale a cura della Scuola di Musica di Greve in Chianti e dal buffet allestito dal Circolo S.M.S. ARCI L’Unione di San Polo.
Nella lettera Carlo Graziani chiede notizie dei destinatari della missiva, i suoi amati genitori, vuole avere aggiornamenti sulle attività di produzione agricola della famiglia, la vendemmia, la semina, l’acquisto e la gestione dei maiali, discorre del clima non favorevole, riferendosi alle piogge autunnali. Il soldato evita di descrivere la sua esperienza militare ma rassicura la famiglia del suo stato di salute e spera che le cose si rimettano presto. Alludendo all’agognata liberazione scrive: “Speriamo che venga anche per me quel desiderato giorno, ma chissà quando, per ora facciamoci coraggio, cari genitori, e preghiamo Dio che ci dia la salute per poter passare questo brutto momento periodo di tempo, passerà anche questa”. Il figlio Giampiero, 86 anni, non ha mai conosciuto il padre, aveva solo due anni quando la malattia causata dalla guerra, nella primavera del ’44, portò via il babbo trentenne, ricoverato in un ospedale del Montenegro. “Non ho le parole per descrivere l’emozione – ha dichiarato con commozione – la gioia di poter stringere tra le mani un oggetto che parla del mio caro babbo, di poter leggere le sue parole, osservarne la calligrafia, è infinita e mi restituisce un importantissimo elemento di memoria, un segno del passato che non ho mai vissuto e ho immaginato per una vita, ringrazio i sindaci Paolo Sottani e Federico Ignesti per avermi dato questa opportunità”. “Mi sembra di essere tornato indietro nel tempo – ha aggiunto - e di aver potuto dialogare in qualche modo con il mio caro papà, se ci fosse ancora la mamma chissà come sarebbe felice!”.
I fatti storici di Panzalla
Era il 2 agosto 1944 quando in località Panzalla, a San Polo in Chianti, i nazisti fucilarono i coniugi Pietro Stefanini e Dina Boncristiani. Fin dal settembre del 1943 la loro casa era stata rifugio e luogo di passaggio per molti renitenti, buona parte dei quali avevano poi raggiunto le formazioni partigiane. Pietro Stefanini, maresciallo dei Vigili Urbani di Firenze, noto per le sue posizioni antifasciste già all’inizio del ventennio, era stato in grado di apportare un contributo tutt’altro che trascurabile agli uomini della Sinigaglia facendo arrivare informazioni e notizie dalla città, da dove poteva andare e venire agevolmente grazie alla divisa ed alla motocicletta di servizio. La moglie, Dina Boncristiani, era stata definita la migliore delle staffette della Sinigaglia. Nelle memorie di guerra l’esempio di Dina è ricordato come colei che “non temeva né fascisti né nazisti”, capace di infondere coraggio nei compagni partigiani. Nel 1945 l’amministrazione comunale grevigiana pose nel luogo in cui furono trucidati i coniugi un cippo alla memoria.