Unione Comunale del Chianti Fiorentino


Laboratori pH, 200 posti di lavoro a rischio nell’area industriale di Sambuca Val di Pesa. Sindaci del Chianti uniti contro la delocalizzazione dell’azienda, al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici

Il Sindaco Baroncelli avanza una nuova proposta perché l’azienda rimanga nell’area industriale di Sambuca V.P.
Data
10 Aprile 2025

Unione Chianti Fiorentino, 10 aprile 2025

I sindaci dell'Unione Comunale del Chianti Fiorentino e dell'area fiorentina si uniscono alla battaglia delle lavoratrici e dei lavoratori dei Laboratori pH (il cui stabilimento ha sede nel Comune di Barberino Tavarnelle) per difendere uno dei beni primari della vita delle comunità locali: la dignità e la cultura del lavoro, valore fondante della Carta Costituzionale. Le istituzioni si schierano ancora una volta in prima linea, a sostegno di uno dei motori pulsanti del Chianti, il settore manifatturiero. Le potenzialità economico-produttive delle colline fiorentine non sono legate solo al territorio-cartolina, simbolo di bellezza paesaggistica, culla di eccellenze storico-architettoniche, ma ad un'area strategica, dislocata lungo l'arteria di collegamento tra Firenze e Siena, caratterizzata da un profilo industriale ben definito, tra i più ampi e diversificati della Toscana.

Sono circa 200 i dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro, di essere penalizzati e sacrificati da una scelta unilaterale. La decisione dell’azienda è stata imposta e stabilita senza alcuna possibilità di confronto né con le istituzioni locali e regionali, né soprattutto con i lavoratori e le lavoratrici. La volontà è quella di delocalizzare e trasferire la storica sede chiantigiana dall'area industriale di Sambuca Val di Pesa alla zona di Calenzano. Di questa scelta di cui l'azienda, acquisita nel 2013 dalla multinazionale TÜV Italia - Gruppo TÜV SÜD, ad oggi non ha fornito alcuna motivazione, nonostante le continue e reiterate sollecitazioni e richieste, si è discusso ieri sera nel corso della seduta aperta del Consiglio dell’Unione comunale del Chianti fiorentino, alla quale hanno preso parte i sindaci e i consiglieri comunali del Chianti, le organizzazioni sindacali, i lavoratori e le lavoratrici.

“Siamo e saremo - dichiara convintamente il Sindaco David Baroncelli - sempre pronti a dare voce a chi non ce l'ha, ai lavoratori e alle lavoratrici dei Laboratori Ph, per esprimere prima di tutto quello che è un dovere istituzionale, ovvero ascoltare le esigenze del territorio e individuare soluzioni alle criticità che si presentano. Nel tentativo di conoscere le ragioni aziendali mi sono attivato in prima persona. Ho appreso della paventata intenzione delle proprietà di spostare l’azienda a Calenzano dai dipendenti. Non ci è stata mai data la possibilità di discutere. L'impresa non ha mai cercato l'occasione di condividere con serietà e concretezza e di affrontare la questione nelle sedi opportune. Le stesse in cui, invitata ai vari tavoli nelle scorse settimane, avrebbe potuto palesare la propria volontà e trattare i bisogni reali insieme a noi, piuttosto che accampare scuse e motivazioni incomprensibili che hanno prodotto l'unico risultato di allungare tempi e fatto credere che era in atto un percorso di ascolto e collaborazione. Nulla di più veritiero. E dico questo a ragion veduta. Mi sono fatto avanti, andando oltre il mio ruolo istituzionale, cercando e prendendo contatti con gli eventuali investitori, proponendo soluzioni e segnalando eventuali immobili e capannoni disponibili nel territorio ma l'azienda si è sempre mostrata sorda, indifferente e refrattaria a qualsiasi forma di trattativa, oltre ad aver rivelato una totale assenza di visione strategica, di progettualità imprenditoriale che desse prospettive e opportunità per il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici!.

“Non so se sia il caso – insiste il primo cittadino - a questo punto di associare la Ph ad una realtà che dice una cosa e ne pensa un'altra, un'impresa su quattro ruote che solo in apparenza sostiene di voler mettere radici nel territorio toscano. E i diritti sacrosanti di tutti quei lavoratori e quelle lavoratrici che negli anni hanno contribuito alla crescita, allo sviluppo di questa azienda dove sono finiti? Non possiamo accettare che vengano calpestati in questo modo. Non possiamo accettare che tutto il territorio venga trattato con simile arroganza.  Perché la Ph non ha condiviso un passo così importante, come lo spostamento di oltre 40 km, con coloro che hanno costruito la sua stessa fortuna? Parlo dell'anima della Ph: ogni singola persona per le proprie competenze ha lavorato per il bene dell'azienda che ha sempre peraltro sentito un po' come propria”.

“L’impresa, – rilancia il sindaco - proprio in nome della lunga storia che vanta e che le ha permesso di affermarsi in Toscana e consolidare l'identità imprenditoriale a livello internazionale, ha tuttavia l'opportunità di ascoltare e prendere in considerazione una nuova proposta. Manderò a breve una PEC  per segnalare alla direzione un'alternativa che potrebbe scongiurare lo spostamento e dunque il rischio di licenziamento dei lavoratori e delle lavoratrici. Si tratta di uno spazio che ho individuato, un sito di circa 6000 metri quadri, realizzato nel 2022, libero, vuoto, rispondente ai requisiti richiesti, a 100 metri dall’attuale localizzazione dell'azienda. Deve esserci una strada diversa da quella dello smantellamento della sede chiantigiana perché i lavoratori e le lavoratrici del Chianti hanno un valore che è nato, si è sviluppato ed è cresciuto nel nostro territorio. Chiediamo dunque all'azienda di continuare a scrivere questa storia insieme a noi, insieme a tutti coloro che ne hanno delineato le sorti e hanno concorso all'incremento produttivo nel settore in cui l'azienda è attiva e fiorente da anni”.

Ufficio Stampa ASSOCIATO DEL CHIANTI FIORENTINO

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