Il percorso di ricerca e valorizzazione è nato dall’evento espositivo in corso a Palazzo Pellegrini e dalla collaborazione dei tre artisti, protagonisti della collettiva "Suggestioni": Fabio Luciani, Salvatore Sturiano e Francesco Noferini
Barberino Tavarnelle, 28 settembre 2023
Papaveri, girasoli, iris, peonie, ninfee si stagliano sulle pareti di antiche dimore di campagna e prendono vita avvolti da parchi romantici e simboli religiosi, dialogano ed emozionano chi le abita, le vive e le riscopre.
L'arte elegante, raffinata e sinuosa che viaggia nel giardino dell'immaginazione volando di fiore in fiore, come invoca la poetica dello stile Liberty, trova casa anche tra le colline del Chianti. Galileo Chini (Firenze 1873-1956), uno degli artisti più eclettici del panorama italiano fra il XIX e il XX secolo, ha lasciato tracce significative del suo inedito passaggio a Barberino Tavarnelle.
Con il ricco bagaglio di esperienze e competenze artistiche che spaziano dalla decorazione e dall'illustrazione alla ceramica, alla pittura e alla scenografia, il pioniere dell'Art Nouveau in Italia strinse un sodalizio, inesplorato dagli studiosi, con il territorio chiantigiano dove la sua incessante creatività si espresse ai massimi livelli. Il senso di libertà anticonformista, tipico dello stile Liberty di cui Chini rappresenta emblematicamente una delle forme più alte, trovò terreno fertile in alcuni luoghi privati e religiosi del comune di Barberino Tavarnelle che ne accolsero la grande potenza espressiva.
E ciò che è emerso dal percorso di valorizzazione che il Comune di Barberino Tavarnelle e tre artisti contemporanei accomunati dalla passione per l’opera di Galileo Chini, i cui lavori sono in mostra fino al 15 ottobre nello storico Palazzo Pellegrini a Barberino Val d'Elsa, hanno avviato proprio durante l'organizzazione della collettiva “Suggestioni”.
L’iniziativa promossa e finanziata dal Comune, coordinata dal professor Marco Cavallini unisce linguaggi, espressioni e ponti culturali legati alla pittura e alla fotografia.
Fabio Luciani, Salvatore Sturiano e Francesco Noferini sono gli autori (i primi due pittori, il terzo fotografo) che evocano Chiti a 150 anni dalla sua nascita e grazie al loro interesse la giunta Baroncelli ha innescato un cammino di approfondimento sulla presenza artistica nel Chianti di uno dei più rilevanti interpreti dello stile Liberty.
Dall’attività di ricerca è scaturita l’individuazione di una villa privata costruita alla fine dell’Ottocento in Valdelsa interamente affrescata da Galileo Chini. Si tratta della Villa Valdigelata, un edificio in stile neoclassico, immerso in un parco caratterizzato da cedri e piante secolari, i cui ambienti interni sono tutti decorati dal maestro. La firma di Chini, alimentata dall’incontro con la cultura estrosa e attenta al dettaglio dell’arte floreale, lascia traccia in ogni stanza della villa, attestata dalle tonalità vivaci e calde che danno luce e colore alla dimora.
Altra testimonianza di rilievo messa in luce dal percorso di ricerca è l’opera di restauro conservativa realizzata dal giovanissimo Chini per il ciclo di affreschi a soggetto sacro della prima metà del Trecento che decora la Chiesa di Santa Lucia al Borghetto di Tavarnelle Val di Pesa. L’affresco che raffigura tra gli altri l’apoteosi dei francescani fu scoperto alla fine dell’Ottocento.
Per diffondere la conoscenza del patrimonio artistico legato a Chini che il Chianti conserva e custodisce in maniera inedita il Comune ha organizzato un convegno in programma sabato 30 settembre alle ore 9.30 presso la nuova sala civica (ex Bird) di Vico d’Elsa.
Il programma dell’evento “Galileo Chini tra suggestioni e scoperte a Barberino Tavarnelle” prevede l’apertura ufficiale dello spazio pubblico acquistato e ristrutturato dall’amministrazione comunale (via Guidacci, 35) e a seguire i dialoghi incentrati su “La presenza artistica di Galileo Chini in Valdelsa”. Ne parleranno il Sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli, la Professoressa Giuseppina Carla Romby, docente di Storia dell'architettura presso l'Università degli Studi di Firenze, il Professor Marco Cavallini, esperto di tecniche pittoriche, Vieri Chini, maestro ceramista e discendente della famiglia Chini e la Contessa Elisabetta Cibrario.
La tavola rotonda si concluderà con una visita straordinaria alla Villa Valdigelata che per la prima volta per questa specifica occasione aprirà le porte ai partecipanti.
“Un grande artista di portata internazionale, come Galileo Chini - dichiara il Sindaco David Baroncelli - ha cercato ispirazione anche nella natura e nelle forme vegetali del nostro territorio per continuare ad interpretare il linguaggio che amava coltivare, lo stile floreale, nuovo e originale, rispetto a quelli in voga nel suo tempo”. “E questo nuovo viaggio che parla d’arte e di territorio – continua - non può che essere motivo di vanto e orgoglio per tutta la nostra comunità, oltre ad attivare un motore culturale che potrà stimolare occasioni di studio e approfondimento sulle eventuali connessioni artistiche che si svilupparono tra il maestro e il tessuto sociale e culturale del Chianti agli albori del ventunesimo secolo".
"Il nostro obiettivo è quello di favorire la conoscenza e la valorizzazione dell'attività poliedrica di Galileo Chini ad un pubblico sempre più vasto - commenta l'Assessore alla Cultura Giampiero Galgani - i capolavori presenti nel nostro territorio lo affermano come protagonista indiscusso dell'arte italiana della prima metà del Novecento e lo collocano tra gli esponenti più rappresentativi su scala europea dello stile Liberty".
Le fotografie sono di Francesco Noferini.
Ufficio Stampa associato del Chianti fiorentino