Buona e sostenibile come una volta. Farinata di fagioli e cavolo nero, cotta in cassetta…lentamente, in sicurezza e senza fornelli.
A San Casciano nasce la Comunità della Cassetta di cottura Slow Food, coordinata da Susanna Gherardelli.
18 Febbraio 2024
4 min
Descrizione
Il Sindaco Roberto Ciappi: “il progetto è da apprezzare non solo per la conservazione dei cibi, il risparmio in termini di tempo e di energia a vantaggio delle famiglie, ma anche per l’importante cultura della sostenibilità che promuove e mette in pratica il recupero di un rifiuto speciale, come la lana”
Immaginate una cucina del passato, magari della nonna, dove i pochi fuochi accesi erano quelli del cammino e della brace e in assenza di un fornello a gas svettavano alti pentoloni, avvolti da nuvole di fumi, dai quali fuoriuscivano intensi odori di bolliti, di legumi, di odori dell'orto.
Allora la cassetta di cottura, caratterizzata da bassi costi e temperature minime, esaltazione delle qualità gastronomiche e nutrizionali, era il sistema che andava per la maggiore. Un antico metodo di cottura del cibo, usato nelle cucine povere di inizio secolo e in tempo di guerra, che valorizzava i sapori, manteneva le proprietà nutritive e gli aromi degli alimenti, favoriva il risparmio di energia e la qualità dei cibi.
Oggi la tradizione culinaria si sposa all'innovazione sostenibile, attenta al recupero delle materie, alla genuinità dei cibi e al rispetto per l’ambiente. Un nuovo modo di cucinare, simbolo di uno stile di vita slow, ecocompatibile e versatile ha messo radici nel Chianti grazie alla creazione della Comunità della Cassetta di cottura Slow Food che da San Casciano dei Bagni si presenta a San Casciano in Val di Pesa, da una collina omonima all'altra, insieme ai promotori Susanna Gherardelli, Gloria Lucchesi e Leonardo Torrini, ad alcuni cittadine sancascianesi come Mesi Bartoli, Giulia Vivi e lo chef Matia Barciulli. L'iniziativa pubblica, promossa dal Comune, si è svolta nella sala conferenze “Lucia Bagni” della biblioteca comunale di San Casciano in Val di Pesa con gli interventi e le testimonianze di Mesi Bartoli, Matia Barciulli e Giulia Vivi che hanno ripercorso la storia, la memoria e descritto i vantaggi di questa antica tecnica di cottura ispirandosi anche alle fonti storiche, alla letteratura del Novecento e contemporanea con i testi di Carlo Emilio Gadda e Marco Vichi. L’iniziativa nasce dalla collaborazione con le condotte Slow Food di Firenze e Chiusi Montepulciano.
“La comunità della cassetta di cottura – ha commentato la referente locale Susanna Gherardelli - sposa i principi cardini del buono, pulito e giusto dello slow food orientato a preservare i sapori, contenere i consumi e mostrare attenzione alle tematiche ambientali”.
Dal passato ancora una volta si mutuano tradizioni e pratiche virtuose che permettono di recuperare i vantaggi e i benefici culinari ed economici della cottura lunga, slow, sostenibile con l'invenzione nata tra la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo nella cassetta di cottura.
Un contenitore di metallo o di legno, arricchito da un'imbottitura di lana e all'interno lo spazio necessario dove inserire la pentola per la cottura dei cibi da ultimare. La cucina di guerra, usata nelle trincee, si avvaleva della cassetta di cottura per i piatti che richiedevano una cottura prolungata senza bisogno di una sorveglianza e di un fornello su cui cuocere.
L’iniziativa si è conclusa con le degustazioni d'autore, apprezzate da tanti cittadini e cittadine presenti all'evento.
Tra gli altri anche il sindaco Roberto Ciappi che ha rivolto un plauso al progetto.
“Negli obiettivi della comunità slow food della cassetta di cottura ci sono tutti gli elementi centrali del percorso collettivo che il nostro territorio persegue da tempo per mantenere bellezza, autenticità, tutela ambientale, qualità della vita – ha dichiarato il sindaco Ciappi – il progetto è da apprezzare non solo per la conservazione dei cibi, il risparmio in termini di tempo e di energia a vantaggio delle famiglie, appesantite dai ritmi frenetici di una vita che spesso va di corsa, ma anche per l’importante cultura della sostenibilità che promuove e mette in pratica, l’involucro di cui è costituita la cassetta attesta il recupero di un rifiuto speciale, come la lana, che viene riciclata e trasformata in nuova risorsa evitandone lo smaltimento”.
L’iniziativa ha offerto l’occasione di degustare cibi preparati nelle cassette di cottura tra cui farinata con cavolo nero, spezzatino, vellutata di porri e zucca, ceci, riso nero alla zucca, ribollita, lenticchie.
Anche lo chef Matia Barciulli è intervenuto per esprimere il suo pensiero sulle molteplici virtù di quest’antica tecnica. “La cassetta di cottura è uno strumento etico e funziona per molteplici ricette, tutte quelle ad alto contenuto umido, quindi minestre, bolliti, umidi. In essa vedo l’opportunità di riportare in casa quelle ricette lunghe che sono rimaste chiuse fuori. Troppo lunghe, troppo vecchie. Invece avere un accessorio che in nostra assenza, in sicurezza porta avanti la cottura senza consumo energetico è un’opportunità. Pensate ad un figlio che torna a casa e trova tutto caldo”.
Ufficio Stampa Associato del Chianti fiorentino
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