La macchina da presa inizia a girare. “Tempi moderni” inaugura il centenario della Filarmonica di San Donato in Poggio, una delle prime società civili nate al tempo del Fascismo
“La nostra storia, il nostro futuro”: Il Presidente Franceschini e i volontari del Circolo hanno ripercorso il lungo viaggio della Filarmonica
28 Gennaio 2025
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Descrizione
Barberino Tavarnelle, 28 gennaio 2025
Furono diciotto persone, tutti uomini, tutti diversi fra loro a fondare la Società civile La Filarmonica di San Donato in Poggio, a scrivere le prime pagine di una radicata memoria storica, e ancora straordinariamente vivente, ricca di esperienze e attività collettive, senso di cooperazione e solidarietà che oggi conquista il traguardo dei cento anni. E con tutta la comunità di Barberino Tavarnelle si ritrova per sancirne il valore di patrimonio emotivo, legato alle tradizioni, ai ricordi, agli affetti, alle testimonianze, al cuore e allo spirito contadino che lavora artigianalmente per il bene comune. Un secolo di vita e impegno culturale che il Circolo ha iniziato a celebrare qualche giorno fa dal palcoscenico del Teatro di San Donato, ricordando i nomi, i volti, gli ideali di coloro ai quali si deve la nascita della Filarmonica. Hanno ripercorso le tappe salienti di questo lungo viaggio il Presidente della Filarmonica Tommaso Franceschini, il prof. Giuseppe Vettori, e i volontari Adelmo Franceschini, Filippo Ninci, Ilaria Piazzini, Iuri Piattellini, Stefano Galgani, Filippo Sarri, Taddeo Lensi, Adele Bonini, insieme alle testimonianze storiche offerte da Livia Ceccatelli, Corradino Ninci, Ugano Falai, Ernesto Galgani, Daniele Salvietti, Renzo Lori e Lorella Rodani.
Medici, parroci, ciabattini, falegnami, macellai, contadini, possidenti e tanti altri. Cittadini di età diversa, distanti per professione e estrazione sociale, ma vicini e uniti nell’intento di costruire un percorso di crescita comune che alla diffusione e alla promozione della musica intrecciasse i valori di libertà di pensiero e di inclusione sociale. Era il sogno coltivato da un gruppo di persone, residenti nel borgo di San Donato in Poggio, fra i quali il medico del paese Edoardo Burroni e il parroco Alfeo Brettoni, che aspirava a dare identità formale ad un progetto di vita pubblica collettiva che era già vivo e ben delineato nella coscienza civica di ognuno di loro. E’ un documento, ingiallito dal tempo, datato 25 gennaio 1925, ad attestare la nascita e l’identità giuridica della Società civile Filarmonica “Giuseppe Verdi” di San Donato in Poggio, una delle prime realtà associative sorte con questa specifica denominazione all’alba del ventesimo secolo in un momento cruciale della storia italiana. Lo statuto, rogato dal notaio Luigi Pacciani, fu sottoscritto qualche settimana dopo il discorso che Benito Mussolini tenne il 3 gennaio 1925 alla Camera dei Deputati del Regno d'Italia, sull’omicidio di Giacomo Matteotti. Di lì a poco il governo dispose la chiusura dei circoli e stabilì severe limitazioni alla libertà di stampa.
Pertanto, mentre a Roma, dagli scranni del Parlamento, le parole di Mussolini ufficializzavano l’avvio del ventennio fascista, a San Donato in Poggio, borgo toscano di qualche centinaia di anime nascosto tra le colline fiorentine, si disegnava il futuro di una struttura che ebbe il coraggio di affermarsi nel tempo come presidio apolitico e fulcro di principi democratici aperto all’integrazione di tutte le forme e le espressioni di comunità. Nel gennaio 2025 appunto, quando nasceva e si consolidava il Fascismo, l’inchiostro della macchina da scrivere batteva nero su bianco le finalità della Filarmonica. All’articolo 2 dell’atto costitutivo, custodito tra i rari documenti dell’epoca che ripercorrono la storia di questa realtà, si legge “La società ha lo scopo di favorire e coltivare lo studio della musica e di valersi di questa come mezzo educativo del popolo” e poco più avanti, all’articolo 4, “Non potrà far parte della società, sia come socio onorario e che come socio attivo, chi non sia di comprovata onestà e condotta onesta”.
Da allora sono trascorsi cento anni. La struttura del Circolo di via Senese, nata in un terreno che apparteneva alla Diocesi, è stata usata dal partito fascista per le adunanze e per i comizi ma non è mai stata Casa del Fascio e ha sempre mantenuto una sua identità plurale e un’autonomia politica ed economica. Ogni materiale che compone l’architettura dell’edificio è frutto del sacrificio e del sudore degli abitanti del paese. Ogni pietra è stata estratta, trasportata e lavorata sul posto dalle cittadine e dai cittadini, tutti mobilitati, ognuno per le proprie competenze, per la costruzione della sede della Filarmonica. “Un luogo di comunità ante litteram – spiega Filippo Ninci - che negli anni ha subito trasformazioni, ampliamenti per rispondere alle esigenze e alle vocazioni della popolazione. Da spazio musicale, dove si suonava, ci si incontrava e ci si conosceva ballando, a sala cinematografica, fucina di sogni e immagini in movimento che conquistavano il pubblico sandonatino con l’avvento delle prime pellicole in technicolor, fino a proporsi come discoteca negli anni Settanta-Ottanta”. Lo stabile che accoglieva il Nuovo Cinema Paradiso degli anni Cinquanta, portato avanti esclusivamente dai volontari che, mossi dalla passione per la settima arte, impararono a fare persino i proiezionisti, divenne anche palcoscenico teatrale, culla della tradizione della Bruscellata e più avanti negli anni in cui furoreggiava la disco come luogo di intrattenimento dal nome Happytime. Anche la compagnia, la storica Arca Azzurra, mosse i primi passi negli spazi del Circolo. Tutte le attività, comprese il bar e la pizzeria, erano autogestite dalle famiglie.
“E’ incredibile come il Circolo non abbia mai perso lo smalto dei primi tempi e abbia camminato nel solco della continuità divenendo un punto di riferimento per la nostra comunità, - ha dichiarato il Presidente Tommaso Franceschini – la Filarmonica ha saputo tenere in vita la frazione e si è arricchita soprattutto negli ultimi anni di nuova linfa vitale costituita dalle energie dei giovani del paese, dal gruppo delle Pietre vive. Con circa 120 volontari, famiglie intere, nonni, figli, nipoti, cerchiamo di mantenere viva una tradizione che ha sempre superato le barriere e unito il paese. La Società Filarmonica non è solo un luogo di incontro, musica, cultura, ma è il simbolo della nostra capacità di stare insieme, di crescere insieme, di affrontare le sfide come una comunità forte e unita”. A chiudere la serata, accolta dalla presenza e dal calore di circa duecento persone, sono stati gli interventi del Sindaco David Baroncelli e dell’Assessora Regionale Serena Spinelli. Il Presidente Tommaso Franceschini ha illustrato il variegato programma di iniziative che si protrarrà per tutto l’anno caratterizzato da un lungo viaggio nel mondo del cinema, accompagnato dalla proiezione di alcune delle pellicole più celebri e rappresentative nel corso del secolo, mostre fotografiche, conferenze, escursioni, reading teatrali. La rassegna culturale “La nostra storia il nostro futuro”, realizzata con il patrocinio e il contributo del Comune di Barberino Tavarnelle, si apre Venerdì 31 gennaio alle ore 21:30 con la proiezione del film “Tempi moderni” di Charlie Chaplin.
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