Tagli al servizio di emergenza 118
Secca replica dei sindaci dei Comuni di San Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle
26 Maggio 2022
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Descrizione
Chianti Fiorentino, 26 maggio 2022. Dura la replica de sindaci del Chianti Roberto Ciappi, David Baroncelli e Paolo Sottani con cui rispondono alla nota diffusa dai delegati Rsu Cobas Asl Toscana Centro mettendo in chiaro ancora una volta congiuntamente la loro posizione contraria alla scelta della Asl di depotenziare il servizio di emergenza territoriale.
“Ci siamo opposti pubblicamente alla riduzione del servizio di emergenza del 118 – commentano i primi cittadini di San Casciano in Val di Pesa, Greve in Chianti e Barberino Tavarnelle - esprimendo una posizione nettamente contraria in più occasioni, nel corso degli incontri che abbiamo organizzato insieme e al fianco delle associazioni sanitarie e di volontariato, lo abbiamo dichiarato attraverso ripetute note stampe, diffuse agli organi di informazione già da diverse settimane. Il nostro dissenso è noto e soprattutto chiaro a tutti ma non ai delegati Rsu Cobas Asl Toscana Centro. E non ne comprendiamo il motivo, visto che la battaglia per il pieno ripristino del servizio dovrebbe essere comune e condivisa, puntare allo stesso obiettivo e non contrastare chi sta dalla parte dei cittadini”.
“Siamo stati i primi peraltro a far emergere la questione - rimarcano - criticando fortemente queste scelte, assunte autonomamente dalla Asl. E se ancora non risulta evidente ciò che abbiamo affermato con tanta trasparenza e fermezza cogliamo l’occasione per sottolineare che riteniamo inadeguato alle esigenze delle nostre comunità il piano di riorganizzazione e di riduzione del servizio di emergenza per l'area Chianti, voluto, anzi imposto, dalle autorità sanitarie, senza alcuna forma di condivisione con le amministrazioni comunali, da attuare in un territorio che presenta alcune manifeste criticità quali l’estensione territoriale e la distanza rispetto ai presidi ospedalieri”.
“Le formule di riorganizzazione del servizio - specificano - che si sono articolate in più di uno step, indipendente dalla nostra volontà, per giungere all'assetto definitivo che prevede la presenza di due medici e un infermiere, anziché tre medici, sul nostro territorio, è frutto di una decisione di cui abbiamo solo dovuto prendere atto. Nel confronto con le autorità sanitarie, in un ristrettissimo margine temporale, siamo stati informati dei cambiamenti previsti dal 1 giugno ai quali abbiamo risposto nell'immediato con un atteggiamento pubblicamente critico”.
“Forse i Cobas non sanno - proseguono - che nella prima versione, comunicata dalla Asl, il servizio era stato ridimensionato al punto da assicurare una sola auto medica per tutto il Chianti. Con la voce unitaria delle amministrazioni comunali, le richieste che abbiamo sollevato e ripetutamente avanzato, siamo riusciti ad ottenere la presenza di due medicalizzate ed un’infermieristica. Lo consideriamo un risultato importante sul quale continueremo a lavorare”.
“Dunque ribadiamo che non è corretto da parte dei Cobas inglobare i Sindaci in quello che gli stessi definiscono con accento volutamente polemico “establishment” – aggiungono - il nostro lavoro è un percorso istituzionale iniziato da mesi nel tentativo di garantire un servizio di emergenza territoriale all'altezza delle aspettative e dei bisogni che l'area Chianti esprime, portando sul tavolo tutte le fragilità e le specificità che esso possiede. La decisione, per quanto contrastata, è e resta un decremento del servizio individuato ed effettuato dalla Asl”.
“Con il supporto e il coinvolgimento diretto delle associazioni - chiosano - che opera nel settore socio-sanitario abbiamo stabilito di monitorare il servizio attivando un osservatorio permanente che verifichi e controlli l'andamento temporaneo della nuova riorganizzazione, programmata ci auguriamo solo per il periodo estivo. Invitiamo, pertanto, i Cobas ad analizzare con maggiore lucidità la situazione. Non accettiamo che le amministrazioni comunali, che apertamente hanno fatto sentire il loro disaccordo, vengano tirate dentro ad una polemica che può e deve essere condotta nel rispetto dei ruoli, della verità degli atti e di chi ne è responsabile”.
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